
Il momento della salita al Trail Punta dell’Orticello è uno dei più intensi dell’intera competizione.
Gli atleti affrontano un tratto impegnativo, tra pendenze ardue e terreno tecnico.
La vegetazione si dirada, lasciando spazio a panorami mozzafiato che tolgono il fiato quanto la salita stessa.
Ogni passo è frutto di concentrazione, forza e determinazione incrollabile.
Il silenzio del bosco si rompe solo con il respiro affannoso degli atleti.
Le scarpe scavano nella terra umida, cercando grip su radici e rocce.
Lo sguardo è fisso sulla vetta, che sembra sempre poco più avanti.
Alcuni rallentano, altri si aiutano con i bastoncini, ognuno con il proprio ritmo.
La fatica unisce, anche in solitudine: si lotta con sé stessi.
Ogni curva della salita regala una nuova prospettiva, un nuovo ostacolo.
Il sole filtra tra gli alberi e illumina la traccia da seguire.
Le gambe bruciano, ma il cuore spinge avanti con passione.
Chi corre guarda i segnavia come punti d’appoggio mentali.
Ogni metro guadagnato è una vittoria personale.
Il dislivello si fa sentire, ma il paesaggio ricompensa lo sforzo.
Gli atleti più esperti gestiscono lo sforzo in maniera strategica.
Quelli alla prima esperienza affrontano la salita con occhi pieni di emozione.
In cima, il silenzio cambia: ora è carico di vento e libertà.
La vista si apre su orizzonti che sembrano infiniti.
Qui si tocca con mano il senso profondo del trail.
La salita al Punta dell’Orticello è una battaglia e una meditazione.
Ogni respiro profondo porta dentro l’essenza della montagna.
La mente viaggia mentre il corpo lotta, un equilibrio perfetto.
Al traguardo della salita, i sorrisi sono stanchi ma veri.
È in questo tratto che il trail diventa leggenda.